coronavirus in ospedale trasmissione aerea

Coronavirus in ospedale

Campionamento dell’aria e delle superfici in ambiente ospedaliero

 

coronavirus in ospedale sicurezza dell'aria

 

Rilevamento della contaminazione dell’aria e delle superfici in ambiente ospedaliero con pazienti infetti da SARS-CoV-2

Come purtroppo ben sappiamo, il Coronavirus si è diffuso a livello globale e molti paesi stanno vivendo situazioni di trasmissione locale continua nonostante i vari sforzi per cercare di tenere la pandemia sotto controllo.

Comprendere le diverse vie di trasmissione di SARS-CoV-2 è fondamentale al fine di pianificare interventi efficaci per spezzare la catena di trasmissione.

Sebbene siano stati effettuati studi comprovanti la trasmissione del virus per contatto di superfici infette, ancora poco è noto riguardo la sua trasmissione per via aerea. Inoltre, se gli individui asintomatici presentino lo stesso rischio di contaminazione ambientale rispetto a quelli sintomatici e ancora una questione da chiarire.
Ciò implica che l’effettiva contaminazione virale dell’aria e delle superfici da parte di pazienti covid asintomatici o in recupero (in cui la diffusione virale si è dimostrata continua anche dopo il recupero clinico), potrebbe avere gravi implicazioni per le strategie di controllo dell’epidemia.
Questa lacuna è riconosciuta nel Rapporto della Missione congiunta OMS-Cina sul Coronavirus 2019.

Nel 2020, la rivista scientifica Nature Communications ha condotto uno studio con l’obiettivo principale di identificare potenziali fattori di rischio a livello di paziente per la contaminazione ambientale da SARS-CoV-2, campionando l’aria e le superfici circostanti ai pazienti covid ospedalizzati a diversi stadi della malattia.
Nello specifico sono state prese in esame 30 stanze di cui
– 3 di terapia intensiva
– 27 di reparto

E’ stato poi effettuato un ulteriore campionamento di 3 stanze, delle 27 di reparto generale prese in esame.

Discussione e conclusioni

 

trasmissone aerea SARS-CoV-2

 

Delle 3 stanze di reparto esaminate, in due sono state rilevate particelle positive al virus, nonostante i frequenti ricambi d’aria. Nelle stanze dove è stata rilevata un contaminazione ambientale, le superfici più interessate dalla contaminazione sono risultate essere:
– pavimento (65%);
– valvola di scarico dell’aria (60%);
– sponda del letto (59%);
– comodino (47%)
Curioso notare come le due superfici maggiormente interessate dalla contaminazione siano quelle che in realtà sono meno a rischio di contatto diretto con il paziente e quindi contaminabili a livello tattile.

Nelle 3 sale di terapia intensiva prese in esame, non è stata rilevata alcuna contaminazione.

Il campionamento d’aria di due ambienti contenenti due pazienti covid, entrambi al quinto giorno di malattia con elevate cariche virali rilevate dal tampone nasofaringeo, ha rilevato la presenza di particelle di SARS-CoV-2.
L’assenza di qualsiasi rilevamento del virus nei campioni d’aria effettuati nella stanza del terzo paziente, al nono giorno di malattia con una concentrazione della carica virale nasofaringea inferiore, suggerisce che la presenza del virus nell’aria è probabilmente più elevata nella prima settimana di malattia.

In conclusione:
– il potenziale di trasmissione del virus è maggiore nella prima settimana di malattia
– le aree comuni sono quelle più a rischio di contagio!
– sono necessarie ulteriori indagini sull’argomento, per poter capire veramente il ruolo dell’aria come mezzo di trasmissione, sopratutto negli ambienti chiusi per poter pianificare interventi efficaci per spezzare la catena di trasmissione.

La soluzione: i sistemi di disinfezione dell’aria Novaerus

 

sistemi di disinfezione dell'aria Novaerus

 

Come abbiamo visto, gli aerosol, che possono essere estremamente piccoli (<5 µm) possono restare sospesi e vitali nel flusso d’aria per lunghi periodi di tempo, implicando un rischio elevato di infezione per via aerea, per poi ricadere su superfici che, anche involontariamente, vengono toccate o sfiorate causando una contaminazione.

Diversi studi hanno confermato che i dispositivi per la disinfezione dell’aria Novaerus si sono dimostrati efficaci nella pulizia in sicurezza dell’aria di ambienti chiusi. Alimentati dalla nanotecnologia brevettata NanoStrike basata sul plasma freddo, questi dispositivi debellano tutti i microrganismi (a contatto) presenti nell’aria, fornendo la prima linea di protezione contro virus e batteri.

1. L’aria contaminata viene aspirata da una ventola posta all’interno dell’unità;
2. Una bobina al plasma freddo NanoStrike provoca un attacco mortale, costituito da più processi di inattivazione simultanei che lavorano rapidamente per distruggere tutti i patogeni presenti nell’aria;
3. Come risultato si ha un’aria sana e priva di contaminazione.

I sistemi Novaerus, con la loro tecnologia brevettata al plasma a freddo NanoStrike, garantiscono scientificamente l’abbattimento di diverse tipologie di patogeni (tra cui anche SARS-CoV-2), raggiungendo livelli di disinfezione fino a 4.5 log, che consente l’uccisione di virus, batteri, spore, funghi e allergeni del 99,995%.

NanoStrike inoltre, è una tecnologia per la mitigazione del rischio e riduce costantemente la carica patogena presente nell’aria, trattandola 24/7 anche in presenza di persone.

Alla luce di quanto finora esposto, è certamente auspicabile che, all’interno degli ambienti chiusi, soprattutto quelli sanitari, vengano installati questo tipo di sistemi di disinfezione dell’aria, in grado di distruggere costantemente qualsiasi tipologia di particella aerodispersa, rendendo l’ambiente sicuro per persone, pazienti e operatori.

Per leggere un estratto in italiano della ricerca condotta da Nature Communications clicca qui.

 

STAY SAFE!

Il team AHSI SpA

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